"A Visual Protest". Banksy al Mudec
A VISUAL PROTEST
L’alone di mistero che si cela dietro l’identità di Banksy ha contribuito ad accrescerne la fama, spingendo migliaia di visitatori, desiderosi di saperne di più su questo stravagante artista, a recarsi al Mudec di Milano per poter osservare da più vicino alcune delle sue opere più suggestive. Egli è diventato ormai uno dei personaggi di spicco della street art, l'arte dei nostri tempi che vede i muri come tele e la vernice come strumento per lasciare un segno, per far valere i propri ideali e ottenere il diritto di essere ascoltati.
Un’arma a doppio taglio, in quanto si parla di una forma d’arte illegale, molto spesso utilizzata per atti di vandalismo, anche se non è il caso di Banksy. Abbiamo infatti avuto la fortuna di poter osservare dal vivo alcune delle sue opere, e immergerci, anche se per poco, nel suo mondo, e osservare la nostra realtà dal suo punto di vista. I suoi graffiti, infatti, hanno un impatto visivo straordinario, per non parlare di quello psicologico, ancora più forte e profondo. La maggior parte è realizzata con la tecnica dello “stencil”, che permette all’artista di creare velocemente la sua opera, per poter scappare altrettanto velocemente ed evitare di essere scoperto e arrestato dalle autorità.
I soggetti delle opere di Banksy sono i più disparati: poliziotti, bambini, anziani, ma anche insetti e ratti; che apparentemente possono sembrare casuali, scelti senza un criterio logico, ma in realtà sono tutti accomunati da un concetto fondamentale: la protesta.
Il messaggio di Banksy e la sua arte si manifestano infatti come un’esplicita e mordace provocazione nei confronti dell’arroganza dell’establishment e del potere, del conformismo, della guerra, del consumismo. Anche i luoghi scelti dall’artista non sono casuali: i suoi graffiti sono sparsi per tutto il mondo, in posti strategici, dove possano essere ammirati, capiti e ricordati. Un esempio potrebbe essere quello fatto su un muro di Gerusalemme, il cui messaggio, più che esplicito, è assolutamente anti-bellico; infatti ritrae un personaggio, assimilabile a un rivoltoso che, al posto di una bomba, sta per scagliare un mazzo di fiori. Questo è solo un esempio, ma ogni suo lavoro contiene un messaggio più o meno immediato, che l’osservatore deve saper cogliere.
Banksy ci insegna a non aver paura di esprimere i nostri pensieri e le nostre opinioni e di lottare con ogni mezzo per gli ideali in cui crediamo, perché solo in questo modo abbiamo una possibilità di cambiare in meglio il mondo in cui viviamo.
Jessica Serra (4^G)