Dove finiva la libertà e iniziava la follia

"La vita umana è una vita fatta di relazioni, quando queste non ci sono manca l'umanità".

È quanto afferma Alberto Gaino, giornalista de La Stampa, autore del libro inchiesta Il manicomio dei bambini che ha permesso a noi studenti di conoscere la realtà degli istituti psichiatrici negli anni ’60 e ’70, prima della legge Basaglia del 1978.

Gruppo 01

Scritto con l'intento di denunciare e mantenere viva la memoria sulle atrocità inflitte ai bambini cosiddetti "matti", il libro raccoglie cronache e testimonianze di chi ha trascorso la propria infanzia dentro ai manicomi riuscendo, pur con un tono oggettivo, a toccare comunque  profondamente il lettore attraverso il racconto delle vicende di bambini internati non per reali patologie, ma solo perché provenienti da famiglie povere non in grado di prendersi cura di loro o rimasti soli o semplicemente figli indesiderati. Gaino, inoltre, allarga lo sguardo anche sulle odierne forme di disagio psichico giovanile e sull’adeguatezza ed efficacia degli interventi da parte della società.

Le classi 5F e 5H, coordinate dalla prof.ssa Samantha Pelagatti, hanno avuto l'opportunità di incontrare a scuola il giornalista e scrittore, che ha condiviso le sue esperienze e riflessioni. Le sue ricerche, da lui stesso definite emotivamente devastanti, si sono focalizzate sui bambini rinchiusi a Villa Azzurra, una struttura psichiatrica torinese. Attraverso i racconti strazianti dei sopravvissuti che ha incontrato personalmente ha dato voce a chi per troppo tempo è stato recluso e inibito: bambini  ridotti a condizioni di scarsa igiene, esposti a malattie, privi di adeguato supporto nutrizionale, costretti non solo a subire abusi psicologici e fisici ma anche trattamenti che oggi consideriamo disumani, pratiche più punitive che terapeutiche: l'elettroshock nei genitali, l'uso delle camicie di forza e dei letti di contenzione...

Per completare questo percorso abbiamo poi visitato l'ex manicomio di Lucca dove abbiamo visto con i nostri occhi gli spazi e gli strumenti di contenzione descritti anche nel libro di Gaino.

A questo punto dovremmo chiederci se ciò che questi bambini hanno subito sia qualcosa che accetteremmo per noi stessi. Se la risposta è no, allora non possiamo voltarci dall'altra parte, perché ognuno di noi possiede dei diritti che devono essere rispettati. Ed uno di questi è proprio il diritto di avere una vitafatta di relazioni, soprattutto quando siamo bambini, perché, "quando queste non ci sono manca l'umanità".

Arianna De Marco (5F)

Nella photogallery la visita alla Fondazione Mario Tobino.

Fondazione Mario Tobino
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