Il reportage
L’arrivo in aereo a Bratislava ci ha immerso in una città grigia di nuvole, punteggiata da architetture modernissime. Saliti sul Hrad, l’imponente castello che sovrasta la città, abbiamo ammirato il panorama, distinguendono l’eredità comunista nei quartieri popolari ora dipinti a vivaci colori, il confine con l’Ungheria e un fitto bosco che marca la frontiera con l’Austria.
Strano paese la Slovacchia: ha cambiato dodici nazionalità nell’ultimo secolo e Bratislava è stata chiamata con sei nomi diversi. E quel bosco, così vicino, racconta anche della guerra fredda: al confine austriaco c’erano tre barriere di filo spinato guardate da soldati che uccidevano chiunque tentasse di attraversare il Danubio. Altrove, sulle colline un tempo coperte di vigneti, oltre alle vecchie casette ci sono le ville di politici e industriali: Bratislava produce automobili e software, e non conosce disoccupazione. Il centro storico ci ha colpito per la sua bellezza semplice e accogliente, con ricordi di grandi musicisti e di una pianista che suonava Beethoven in una casa d’angolo.
Nel secondo giorno abbiamo visitato le rovine di una fortezza in un punto strategico, alla confluenza della Morava e del Danubio, con un monumento che ricorda le persone morte nel tentativo di fuggire a nuoto. Uno spettacolo magnifico e triste.
Nel pomeriggio, raggiunta Vienna risalendo il Danubio in catamarano, ci siamo immersi in un’altra atmosfera, storie di imperi e di Asburgo. Tutto era diverso: i grandi palazzi, le vetrine, la gente che andava di fretta. Siamo stati presi in un vortice di musei, chiese e dimore di principi e imperatori, con storie di Sissi e di Maria Luigia. Oltre alle chiese e al palazzo imperiale, abbiamo visitato la cripta dei Cappuccini e davanti alla tomba di Maria Luigia c’era il mazzolino di viole di Parma… Ma quanti erano gli Asburgo? E poi siamo andati al Belvedere e al palazzo della Secessione: magnifico Klimt. Il giorno dopo, altre visite: di nuovo il centro storico ma anche il sorprendente quartiere Hundertwasser e il fasto di Schönbrunn. Alla sera ci aspettava la tradizionale Wiener schnitzel in un ristorante tipico a Grinzing, dove hanno cantato in nostro onore canzoni italiane rivelandoci che Grinzing è il centro geografico d’Europa. Perfetto!
Al ritorno si pensava di continuo alla Sacher-Torte, ai turisti scozzesi e al Bacio di Klimt!
“Conoscere divertendosi” è il motto del Club Europeo e anche quest’anno l’obiettivo è stato raggiunto.
Un anonimo viaggiatore ECE