Danilo Mainardi

“Noi esseri umani veniamo al mondo con una forte curiosità per tutti gli animali, curiosità che è scritta dentro nei nostri geni […]. La nostra specie, per decine di migliaia di anni, è vissuta immersa nella natura e in quel lungo spazio temporale era indispensabile, per la sua sopravvivenza, saper interagire, e conoscendoli davvero, con gli altri esseri che con noi condividevano il medesimo ambiente. È per questa "necessità di sapere" che ancora nasciamo con questa curiosità. La vediamo infatti ancora molto forte nei nostri bambini, anche se poi col tempo si attenua perché ormai viviamo in un mondo "vuoto di natura."                                                                                                      Danilo Mainardi 


 

Danilo Mainardi nasce a Milano nel 1933. Dopo aver studiato Scienze biologiche ed essersi laureato all’Università di Parma, Mainardi si dedica con passione allo studio degli animali per oltre quarant’anni Docente di Zoologia, Biologia e Etologia all’Università di Parma, viene descritto dai suoi studenti come una persona solare, che ha sempre incoraggiato tutti a guardare il mondo con curiosità e meraviglia, promuovendo lo spirito di iniziativa e l’autonomia dei suoi studenti.

Appassionato osservatore e studioso della natura, Mainardi è l’autore di numerose ricerche sull’evoluzione biologica, particolarmente in rapporto allo studio dei modelli di comportamento e di scelta sessuale. È stato fra i primi etologi italiani a utilizzare documenti filmografici per le sue ricerche sul comportamento animale e il risultato ha portato alla costruzione di una “storia naturale della cultura” al vertice della quale è posto l’uomo (L’animale culturale, 1977).

Membro di numerose accademie e società scientifiche, collaboratore del Corriere della Sera e autore di numerosissime opere, Mainardi ha avuto il merito di sapersi rivolgere anche ai “non addetti ai lavori”, mostrando il suo desiderio di comunicare la sua passione per gli animali a un’ampia fascia di pubblico sia attraverso le sue pubblicazioni, fra cui ricordiamo ad esempio Zoo aperto del 1994, sia partecipando come consulente a noti programmi televisivi come Dalla parte degli animali, Superquark e Quark con l’amico Piero Angela.

Come ogni grande divulgatore, Mianardi ha saputo conciliare la rigorosità scientifica ad un linguaggio semplice, per trasmettere e condividere la sua passione per l’etologia e la zoologia, che lo hanno accompagnato da quando era bambino fino alla sua ultima opera, La città degli animali, pubblicata appena un anno prima della sua scomparsa. La sua ampissima produzione scientifica non ha trascurato lo studio dell’educazione ambientale, le cui regole sono il fondamentale requisito per la tutela dell’ambiente, argomento che oggi rappresenta un’emergenza per tutte le creature viventi.

L’ultima stagione della sua produzione si rivolge al mondo animale per raccontarlo con uno sguardo affettuoso e garbatamente ironico: fra le tante opere ricordiamo Arbitri e galline. Le sorprendenti analogie tra il mondo animale e il mondo umano (2004) o Noi e loro. Cento piccole storie di animali (2013).

Appassionatamente convinto che, per comprenderla veramente, la natura va vissuta e non guardata per televisione, ne La bella zoologia, pubblicato nel 2008, Mainardi, in risposta al verso di Dante chi dietro a li uccellin  sua vita perde (Purgatorio, XXIII, 3) spiega: «Esistono, oltre all’umana, altre vite e altre intelligenze che non sono solo ricche di fascino ma, per tanti e differenti motivi, meritevoli di essere conosciute. La zoologia è una disciplina bellissima, che tanto può regalarci sia di conoscenza che di gioia di vivere».  

La stessa che Mainardi ha lasciato in tutti noi.