Maria Virginia Fereoli
Guarda le stelle: molte ardono
Nel silenzio della notte
E splendono attorno alla luna
Nell’azzurro del cielo.
Guarda le stelle: tra esse ce n’è una
A me più cara di ogni altra.
Evgenij Abramovič Baratynskij
Maria Virginia Fereoli aveva solo 17 anni. Vi ricordate com’è avere 17 anni? Il mondo spaventa ma riempie di speranza. Il futuro è colmo di dubbi ma anche di opportunità. I sogni pervadono la mente. I progetti li avvicinano alla realtà. A 17 anni non pensi che la tua vita possa finire da un giorno all’altro, che possa essere recisa come il gambo di un fiore.
Eppure accade.
Succede che un ragazzo si invaghisce di te, ma tu non provi interesse per lui.
Succede che lui non ti lascia in pace e che tu sei una donna forte, non puoi farti trattare in questo modo.
Non puoi essere sua.
E succede che lui insiste a volerti incontrare nel parco del paese, di notte.
E l’ingenuità prende il sopravvento, pensando di poter chiudere questa storia una volta per tutte: così menti ai tuoi cari, gli nascondi la verità.
Racconti loro di rimanere a casa a studiare come tante sere precedenti, pensi di mettere un punto a questa assurda situazione in una decina di minuti.
Eppure le cose vanno diversamente.
In un attimo la pazzia che già gli faceva scintillare gli occhi, la brama di “potere”, la voglia di sentirsi più forte, anche se solo per un attimo, prende il sopravvento.
E così vieni brutalmente uccisa con 50 coltellate in corpo.
Lui scappa, in preda all’adrenalina, alla paura, allo sgomento.
Chiama un suo amico, che lo abbandona poco dopo.
Chiama un taxi e uccide il suo conducente per poi dirigersi alla centrale di polizia, dove si costituisce in stato confusionario.
Dopo sei anni, in preda a chissà quali pensieri, lui si suicida in carcere e interrompe anche la sua vita.
Un tunnel senza uscita.
Senza luce.
Una strage senza tempo.
Il “lui” di cui abbiamo parlato è un ragazzo di 22 anni di Felino cresciuto nella violenza, che non conosceva altra soluzione al rifiuto se non quella del sangue.
Il conducente è Andrea Salvarani, un gran lavoratore. Un fratello. Un uomo innocente e onesto che si è trovato nel posto sbagliato.
E la ragazza è Maria Virginia Fereoli, una studentessa di 17 anni che frequentava il nostro liceo. Camminava per questi corridoi. Passava le ore dentro a queste mura ridendo con le sue amiche, studiando, vivendo. Era intelligente. Era matura. Era molto bella. Non meritava una simile storia. Si meritava di avere una vita lunga, felice, ricca di soddisfazioni, di qualche delusione, di gioie, di amore, di amicizie. Si meritava di crescere, di sbagliare, di rialzarsi. Ma non ha avuto questa fortuna. Ciò che noi diamo per scontato le è scivolato tra le dita come sabbia asciutta. Il suo futuro è andato in frantumi come vetro che si infrange sul cemento. Virgy non c’è più, e niente potrà restituirla ai suoi genitori, ai suoi nonni, ai suoi amici. Nulla potrà renderla alla vita. Ma “ci sono cose che neanche la polvere del tempo potrà cancellare, e una di queste sei tu Virgi”.
La Notte dell’Ulivi è anche per te.
Ed è per te anche il giardino della scuola, che da anni le classi della sezione G, quella che tu frequentavi, curano con amore perché tu possa continuare a vivere e fiorire ogni giorno insieme a noi.