Lazzaro Bergamaschi
"Offertosi spontaneamente di far parte di un gruppo di guastatori, usciva tra i primi dalla trincea, incitando i compagni con la parola e con l’esempio. Colpito a morte mentre era intento a tagliare il reticolato nemico, continuò finché ebbe vita a rincuorare i compagni: fulgido esempio di belle virtù militari".
“Non dite: io, dite: noi. La Patria s'incarni in ciascuno di voi. Ciascuno di voi si senta, si faccia mallevadore dei suoi fratelli: ciascuno di voi impari a far sì che in lui sia rispettata ed amata la Patria.”
Giuseppe Mazzini, Doveri dell'uomo, 1860
Lazzaro Bergamaschi (Parma – Boneti 2 novembre 1916), un nome che risuona con onore e valore, è stato un coraggioso fante parmigiano del Reggimento Fanteria. La sua dedizione e il suo coraggio sono stati riconosciuti con la medaglia d'argento al valore militare per la sua volontaria partecipazione come guastatore in una missione militare a Boneti, una località coinvolta nella sesta e settima battaglia sull’Isonzo.
Il paese di Case Bonetti (oggi solo Bonetti o Boneti), dove morì Lazzaro Bergamaschi, si trova sul Carso alle spalle del lago di Doberdò, lungo la strada del vallone che collega Gorizia a Monfalcone. Allo scoppio della guerra diventò retrovia dell'esercito austro-ungarico: vennero costruiti magazzini per merci e materiale bellico e nelle sue case si acquartierarono le truppe di riserva. Dopo la 6° battaglia dell'Isonzo e la conquista di Gorizia (6-17 agosto 1916), tutto il pianoro carsico ed il vallone, compreso Case Bonetti, vennero abbandonati dagli imperiali che si ritirano sulle colline di fronte, lungo una nuova linea di difesa che faceva perno sui paesi di Castagnevizza e l'Hermada. Nel 1917, all'inizio della 11° battaglia dell'Isonzo, la prima linea italiana strinse da vicino quella austro-ungarica: Case Bonetti diventò un centro di fuoco dell'artiglieria italiana che batté, con gli obici da 305mm del 51° raggruppamento, la linea difensiva austriaca. Inutilmente: dopo Caporetto e la ritirata della 3^ Armata sulla linea del Piave, Case Bonetti tornò di nuovo austriaca.
Nei pressi di questa località si trova l’abisso Bonetti, una grotta di origine carsica poco distante dall’omonima località, nelle vicinanze del confine con la Slovenia. La grotta, profonda 49 metri, venne utilizzata durante la Grande Guerra, tra il 1916 e il 1917 come posto di medicazione per i soldati feriti dell’esercito austro-ungarico. Successivamente venne utilizzata anche dai soldati dell’esercito italiano.
Durante la sua missione militare Lazzaro non esitò a uscire tra i primi dalla trincea, incoraggiando i suoi compagni con la parola e con l'esempio. Purtroppo, mentre era intento a tagliare il reticolato nemico nei pressi di Boneti, Lazzaro fu colpito a morte. Tuttavia, fino all'ultimo respiro, Lazzaro continuò a incoraggiare i suoi compagni con grande forza d'animo e spirito di sacrificio.
Per rendere ancora oggi omaggio a questo coraggioso soldato, è stata dedicata a lui l’aula 59 del nostro liceo.